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martedì, settembre 05, 2006

Blogging can save your life

Durante le vacanze, a Parigi, ho comprato la solita imbarazzante quantità di libri di cucina, a cui non so proprio resistere (come i prodotti per i capelli e le cose in raso o in velluto di seta ;o).
Oltre a tanti ricettari, ho preso anche un libro che una persona che mi conosce molto bene mi aveva segnalato in tempi non sospetti, prima che aprissi Cazzarole cioè: si chiama Julie & Julia ed è la storia autobiografica di una certa Julie Powell che, grazie alla cucina e a un blog, ha rivoltato la propria vita come un calzino.
Siamo nel 2002. Julie ha quasi trent'anni e non ne può più del suo lavoro da segretaria (anche se, scusatemi, è sempre questione di proporzioni: e fare la segretaria
a Manhattan mi pare meglio che fare la copy in via Lessolo a Torino). Una sera si inventa una sfida con se stessa: in un anno realizzerà tutte le oltre 500 ricette di un testo sacro delle casalinghe americane: Mastering the Art of French Cooking di Julia Child (una specie di lisabiondi, ma molto più cool). E naturalmente userà un blog per tener conto del suo esperimento, cucinando alla sera e raccontando trionfi e disastri la mattina dopo.
Detto, fatto. Julie è fin troppo ligia con se stessa e cucina anche le cose che non le piacciono – memorabile il capitolo sugli aspic, su cui si intestardisce nonostante nessuno dei suoi commensali li gradisca, e terribile quello sulle aragoste. È piuttosto brava a cucinare e molto brava a scrivere. Il blog diventa presto molto frequentato e commentato e a un certo punto (non so ancora come, perché sono a metà) a qualcuno viene l'idea di farle scrivere un libro su questa avventura.
Il libro esce in America l'anno scorso, più o meno in questo periodo. Julie non fa più la segretaria. Un blog (e la sua passione per la cucina) le hanno davvero salvato la vita.

Questa è la premessa.
Quello che vi volevo dire è
che, incredibilmente, il blog originario del Julie&Julia Project è ancora disponibile in rete, leggibile e persino commentabile: una fortuna, perché nel libro la parte strettamente dedicata alle ricette è scarsa, ed è quindi bello poter leggere giorno per giorno i suoi progressi attraverso il ricettario della Child.
In più, Julie ha aperto un nuovo blog, su cui scrive regolarmente, raccontando le sue vicende di esordiente letteraria tra premi, presentazioni, letture, ecc. Non so se scrive ancora di cucina, perché l'ho scoperto solo l'altro giorno e non ho avuto tempo di indagare gli archivi; ma ormai è un po' come se la conoscessi e mi intriga parecchio continuare a seguirla, nella sua vita reale (be', in quella che racconta sul blog; ma ci siamo capiti).

E poi, via, ve lo devo confessare: la segnalazione di questo libro, di cui all'epoca avevo letto solo la recensione, è stata
obliquamente una delle molle che mi hanno portato ad aprire Cazzarole. Credo che le parole chiave, nella recensione, siano state dead-end job ;o) Non che io pensi razionalmente che Cazzarole possa cambiarmi la vita, almeno non fino a quel punto, ma insomma, se si facessero solo le cose razionali forse staremmo a far niente per la maggior parte del tempo.
Insomma, se sono qui adesso dipende anche, un pochino, da Julie Powell. E quindi è un po' come se si chiudesse un cerchio.
(ascoltatela mentre ne legge un pezzetto. E' simpatica).

9 commenti:

Scribacchini ha detto...

Che bello ritrovarti!
Remy

Scribacchini ha detto...

Bentornata, cucciola!
:-)
Patt

marcella aka milo ha detto...

siete dei tesori :o)
grazie!

Scribacchini ha detto...

Ciao, Cara. Bentornata.
Come antivelono, Berso ci ha fatto scoprire questo...
www.dilloalcapo.blogspot.com
Baci. Kat

marcella aka milo ha detto...

sono andata subito a vedere... terribile! Il male sarà anche comune, ma è così tanto che il mezzo gaudio proprio scompare.
grazie della segnalazione, sembra fatta apposta per milo ci riprova, col clima fantozziano che da un po' ci regna incontrastato. Ci farò un post. Baci!

LaCuocaRossa ha detto...

mmm quindi sarei semrpe in tempo a cambiare lavoro...
p.s. anche io non resisto a velluto seta e prodotti per capelli...

marcella aka milo ha detto...

ciao cuocarossa e grazie del commento!

in realtà, secondo me, la briciolina di saggezza contenuta in questo libro ha a che vedere con la cucina e i blog solo incidentalmente.
A me questo libro dice che:
a) anche una cosa apparentemente *inutile*, senza scopi *produttivi*, una cosa che le persone di buonsenso ti possono chiedere, senza capire, perché la fai (come infatti la madre di Julie chiede più volte), ecco, anche una cosa così può avere degli sviluppi *utili* e *produttivi* che nemmeno ti saresti potuto immaginare;
b) quindi, insomma, le cose in apparenza inutili e irrazionali vanno fatte lo stesso, se ti senti di *doverle* fare, senza lasciarti fregare dal troppo buonsenso;
c) e se in queste cose c.d. inutili metti qualcosa di autenticamente tuo, come una vera passione, le possibilità di uno sviluppo positivo e insospettabile aumentano in proporzione.

O no?

Scribacchini ha detto...

O si? :-)
Patt

Anonimo ha detto...

ciao cara milo, be' sai questa Julie mi intenerisce e mi imbarazza perché la faccenda degli aspic me la fa sentire molto vicina. a questi quadrati-ovali semirigidi mi sono appasionata per via dei colori che ravvivano le tavole estive a quaranta gradi dietro la saracinesca abbassata. e oltre alla fantasia che può galoppare nelle componeneti vegeto-animali da imprigionare nella molle compattezza della gelatina, dove la metti la fantasia che puoi scatenare nella mescola liquida? nessuno più mi ferma quando prendo a rovesciare nel composto marsala, brandy, porto, vino, aceto, sale, in proporzioni autovariabili interdipenenti che innescano un aggiungi-compensa all'infinito. però non è che le giallognole cascate di questa poltiglia gommosa attragga poi tanto i commensali... soprattutto quelle dolci... ma come resistere a proprinare ai tuoi ospiti la mitica gelatina al rum che faceva impazzira il principe di salina nel gattopardo... insoma julie, ti capisco...