Sapete che non sono vegetariana al 100%, anche se di carne ne mangio pochissima. Ma a questa iniziativa vorrei proprio partecipare. E' un'idea di Gattivity e Species, e ringrazio Roberto Russo per avermi informato della sua esistenza.
La *mia* Pasqua è da sempre senza agnello; preferisco lasciarmi ispirare da uova e verdure fresche, per festeggiare il risveglio della terra e il ritorno della bella stagione. Non ho ancora pensato bene al menù di quest'anno, che con ogni probabilità sarà per due sole persone (la mamma e me), ma mi piacerebbe una pasqualina fatta con quasi tutti i crismi (niente 30 sfoglie, per dire), con le erbette invece degli spinaci e la prescinseua invece della ricotta, se sono tanto fortunata da trovarla di nuovo qui a Torino (magari da Eataly). E almeno sei ovette barzotte a finir di cuocere nell'abbraccio verdolino delle erbette. Per cominciare, magari la ormai arcinota pasta con gli asparagi, e per finire i budini equinoziali di qualche giorno fa.
Auguri di pace, serenità e delizie (cruelty free) a tutti.
2 commenti:
cara milo, certo non sai quanto e come ti invidio. io non sono vegetariana, al contrario sono profondamente amante delle verdure. ma lascio questa intuitiva distinzione ad altre sedi. oggi però l'agnello non lo vorrei davvero mangiare. però lo mangerò, obtorto collo, perché lo cucina un genitore anziano e se non lo mangiassi sarebbe come dargli un calcio. tutti, in un certo senso "amano quindi nutrono”, solo che capita a fasi sfasate e il desiderio di erbette purificatrici, così come di libertà, si scontra con la complicata perversione degli affetti.
mi attendono in frigorifero le cicorie selvatiche, scelte ieri con amorevole cura sul banco dei contadini del mio mercato. tra le loro foglie riposa un afflato che è ben più grande del desiderio del loro sapore. non sono ipocrita al punto di chiedere all'agnello perdono, ma lo chiederò un po' a me stessa per la violazione dei bioritmi.
pasqua buona a tutti.
forchettina, ti capisco e penso che rifiutare l'agnello preparato con amore sarebbe una crudeltà, non così diversa da quella che la campagna per gli agnellini cerca di combattere. Quando c'è di mezzo la *complicata perversione degli affetti*, come la chiami benissimo tu, le regole in qualche modo cambiano - è una mistura esplosiva, da maneggiare con estrema cura.
ti auguro che il rito purificatore delle cicorie sia all'altezza delle tue aspettative.
(l'ho girata un po' di volte, questa frase, ma non riesco a toglierle un sottosenso scatologico che contrasta parecchio con la grazia del tuo pensiero. Ma d'altronde è natura, comunque, tutta. Spero :o)
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