Pagine

sabato, giugno 24, 2006

Non si mangia, però

...però fa bene ricordarlo.


Grazie alla Franci che ci ha pensato e agli Scribacchini che me l'hanno passato.
Mi piacerebbe che almeno Marco gli facesse posto a casa sua.

mercoledì, giugno 21, 2006

Bonjour bulgogi

Tornata dalla trasferta francese, giuro che per una settimana almeno non voglio sentir parlare di cibo in miniatura, né tantomeno farne.
Ho bisogno di cucinare in scala 1:1 eheheh.
In realtà già prima di partire, giovedì scorso, con tutte le minis impacchettate e fuori dalla vista (che sembrava che nemmeno esistessero più), ho preparato una cosa veloce e buonissima che vi racconto ora.

La ricetta viene dalla lista World-Cuisine e pare sia di origine coreana. Si chiama Bulgogi che sta (mi fido) per manzo alla griglia. La carne dovrebbe essere carpaccio, ma visto che deve cuocere ho temuto che così sottile diventasse istantaneamente di cartone, e ho preferito delle scaloppine un po' più spessette (5mm invece dei prescritti 3). Non so, la prossima volta provo con il carpaccio, perché erano poco poco coriacee; ma forse dipende dal fatto che, non mangiando quasi mai carne, non ho un macellaio di fiducia di cui, appunto, fidarmi. Magari delle scaloppine comme il faut si sarebbero comportate meglio. O magari la prossima volta provo a farle ragionare un po' col batticarne, attrezzo brutale che lascio pure a impigrirsi in un cassetto.
Bien, ma a parte la consistenza il sapore era spaziale, e tanto basta per dargli una seconda possibilità. Interessante, complesso e definitivamente molto appetitoso. Mi sta venendo fame al pensiero, vi dico solo questo.

Per due persone calcolate 250g di carne, da tagliare a striscioline. Prima però preparate la marinata, che consiste in mezzo bicchiere abbondante di salsa di soia, 1 cucchiaio di zucchero, 3 cucchiaini di olio di sesamo tostato, uno scalogno affettato piuttosto fine, tre spicchi d'aglio pelati e a fettine, due cucchiaini di zenzero fresco grattuggiato (io avevo solo quello in polvere e ne ho messo parecchio, ma a me piace molto) e tre cucchiai di semi di sesamo tostati (in una padella antiaderente ben calda e senza aggiungere niente, tenendo il coperchio sennò vi saltano dappertutto, e smuovendola in continuazione sennò si bruciano). Si mescola tutto insieme facendo sciogliere bene lo zucchero, e poi si versa sulla carne sistemata in uno strato solo in un vassoietto. La ricetta dice a questo punto di lasciar marinare per un quarto d'ora, ma che conversazione può nascere in così poco tempo? Quindi io ho messo in frigo per mezz'ora.
Tempo che mi è servito per avviare il pilaf di accompagnamento (semplicissimo, con poco scalogno tritato e acqua poco salata invece del brodo).

Trascorsa la mezz'ora, con i succhi gastrici in giulebbe perché il profumino del sesamo tostato è una delle cose più appetitose che conosca, prendete la carne e se volete eliminate l'aglio. Scaldate bene una piastra e fate cuocere la carne a fuoco vivo, sistemandola in uno strato solo e senza preoccuparvi delle fettine di scalogno che resteranno attaccate. Giratela una volta sola. Tre-cinque minuti basteranno; se usate il carpaccio anche meno.
La marinata che avanza è un delitto buttarla via. Prima di far cuocere la carne, mettetela nella padella in cui avete tostato il sesamo e fatela restringere un po' a fuoco vivace. Occhio che lo zucchero contenuto tende a caramellare, per cui le dovete dedicare tutta la vostra attenzione.
Servite ammonticchiando sul riso pilaf.

Un giretto sul web ha rivelato un'insospettabile abbondanza di informazioni su questo piatto che, ho appena appreso, è una delle ricette coreane più famose anche all'estero. Uno dei modi più tradizionali di gustarlo è avvolgendo la carne a mo' di involtino in una foglia di insalata verde. Alcune versioni prevedono anche l'aggiunta di frutta, tipo kiwi o pere, o frullata nella marinata (che non mi ispira per niente), o a fettine dentro l'involtino.

Aggiornamento
Ho provato a rifarlo cambiando metodo di cottura della carne, e invece di passarla sulla piastra l'ho saltata in un wok con quasi tutta la sua marinata, sempre per meno di 5 minuti e a fuoco vivace.
Be', che vi devo dire: a me è piaciuta di più! Il sughino resta più abbondante e più amalgamato, anche come sapore, con la carne. Il riso, ovviamente, è ben felice di aver più condimento. Ma l'altra sera, quando l'ho rifatto, invece del riso l'ho servito sopra del cavolo bianco a striscioline, crudo: squisito :oP

lunedì, giugno 12, 2006

Sono stufa

...di non cucinare e di mangiare solo per nutrirmi.
Che poi non è vero che non cucino – chi era, Woody Allen che mangiava frozen dinners senza neanche scongelarli? Ecco, così mai. Ma neanche *apro il frigo e quel che c'è c'è*. Però la cucina, quella vera, è fatta diversa. E in questo periodo non ho tempo, quando torno a casa dall'ufficio devo finire un lavoro (strano) che ha una scadenza improrogabile e vicina (troppo), e finché non è finita non posso permettermi di pensare ad altro. Però, ecco, sono stufa di dovermi privare delle mie cazzarole, soprattutto ora che grazie ai tanti bellissimi blog che sto scoprendo le sollecitazioni a usarle si moltiplicano – crudeli!

Vabbe', dai, il 20 sarà tutto finito.
Così, ve lo volevo dire.

E se proprio proprio siete curiosi....

martedì, giugno 06, 2006

Geniale

Seminascosto dentro uno dei post della lista Soups-n-Stews arrivati oggi, c'era questo gioiellino di astuzia:

«per pulire verdure come carote e patate novelle, usare uno di quei guantini da scrub che si adoperano in genere per strigliarsi sotto la doccia»
(be', magari non proprio lo stesso)


Mi è sembrata una genialata da dividere subito con voi :o)

(Il Body Shop ne vende di comodissimi fatti proprio a guanto, con le cinque dita insomma, invece delle solite muffole che si vedono sempre.)

lunedì, giugno 05, 2006

Calamarata contagiosa



Tutto è iniziato la settimana scorsa con un post a casa degli Scribacchini, che a loro volta si erano fatti contagiare dalla Cuoca Rossa (che saluto, anche se lei non mi conosce :o).
La mania si è poi estesa anche qui, e le cazzarole si sono messe in moto lo scorso sabato.


Sono partita dalla ricetta di Kat e Remy ma l'ho modificata alla mediterranea perché, per quanto mi piacciano i sapori esotici e in particolari quelli indiani e simil-indiani, sabato avevo proprio voglia di mare nostrum – e quindi niente curry, solo aglio, prezzemolo, peperoncino e vino bianco. Quello che ho mantenuto, e che è stato cruciale per la buona (anzi mmmm ottima) riuscita del piatto, è il metodo di cottura della pasta suggerito da loro, e da loro chiamato *risottata*: una veloce precottura in acqua bollente (il formato in questione ha tempi lunghi, simili al riso) e poi la cottura vera e propria in padella, con aggiunta graduale di brodo. In questo modo il sughino resta bello concentrato, denso e quasi *fuso* con la pasta, buonissimo davvero.

Allora vi ho fatto venir voglia?

Cazzaroli miei, è ora di mettersi il grembiule.


Confesso che ho barato un po' e preso qualche scorciatoia, ma d'altronde odio pulire i calamari e non avevo nessun fumetto di branzino stipato saggiamente nel freezer. Per cui sono partita da una confezione da 500g di calamaretti surgelati già puliti e spellati (chiamatemi stupida :o): scongelati, lavati, tentacolini sganciati e sacche tagliate in due o tre pezzi, e il tutto asciugato per bene.
Mi sono ricordata al momento giusto di una dritta letta nonsodove tempofà e li ho messi in padella a freddo insieme all'olio e a tre spicchi d'aglio, invece di buttarli nel soffritto già avviato: i calamari son bestioline delicate e l'olio bollente li spaventa, rendendoli gommosi – e vorrei vedere voi. In questo modo ho potuto prima cuocerli una decina di minuti, il tempo che diventassero opachi e si arricciolassero un po', e dopo saltarli un minuto con la pasta, e sono rimasti meravigliosamente tenerissimi.
Poco prima di toglierli dal fuoco li ho bagnati con mezzo bicchiere di vino bianco; poi li ho scolati con cura, lasciando il loro fondo liquido nella padella.

Nel frattempo avevo messo su l'acqua per la precottura della pasta. A bollore l'ho salata (poco, il brodo è già abbastanza saporito di suo) e ho buttato 150g della ormai mitica calamarata. Dopo una decina scarsa di minuti l'ho scolata, trasferita nella padella dove l'aspettava buono buono il sughino dei calamaretti e tirata a cottura aggiungendo a mestolini un mezzo litro scarso di brodo di pesce caldo (fatto col dado Knorr, ahimè), e un altro mezzo bicchiere di vino bianco. Mi ci sono voluti altri 6-7 minuti. Alla fine ho unito i calamaretti già cotti per il salto d'ordinanza, spolverizzando di peperoncino e prezzemolo.

Per due persone molto golose e, alla fine, molto soddisfatte :o)

Grazie Scribacchini!